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Mario Mariani
Sulla scia del grande maestro
manoscritto rintracciato presso l’archivio dell’ex-Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti

Ero stato usa sola volta a Rieti durante la fortunosa infaticabile attività genetica del Prof. Strampelli, sul finire del Giugno 1935.
E avevo allora ammirata, sotto una guida così sapiente e amichevole, i prodigiosi sviluppi del suo lavora in campo e in laboratorio, le sue più bella creazioni, la febbre che tutto lo divorava per dare al nostro Paese ulteriori più arditi successi, sopratutto in fatto di granicoltura.
Ho voluto tornarvi quest'anno nella medesima epoca, alla vigilia del raccolto, per raffrontare il presente col passato e per rendermi conto dello stato degli studi e dei lavori di quella che a buona ragione può considerarsi la fucina della nostra moderna cerealicoltura.
Ma, a distanza di pochi mesi dalla sua morte, la visita aveva an-che carattere di rito e di omaggio alla dolce impareggiabile memoria del grande scomparso.
Lo spirito di Nazareno Strimpelli aleggia sempre - come quando vi arrivò nel lontano 1903 - sulla R. Stazione Sperimentale di Granicoltura che porta ara il suo nome.
E i suoi successori, che per tanti sani furono i suoi collaboratori devoti, par che operino ancora oggi con luì e per lui, tanto è il culto che conservano dell'indimenticabile Maestro.
I1 suo studio è intatto, nome se egli potesse rientrami da un mo menta all'altro e riprendere il suo posta.
g.cnaos3. è invece per i laboratori ed i campi, che pulsano dell'attività febbrile, senza soste, che Strampelli seppe imprimere a sè stesso e a chiunque lo circondava.
La scelta di Rieti a campo della propria attività non era stata fatta a caso dal Prof. Strampelli
Pur dopo 1a fondazione, nel 1919 in Roma, dell'Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura da lui anche diretto, e la istituzione, come filiali, di Stazioni Fitotecniche a Roma, a Foggia, a Cagliari, a Leonessa, a S. Angelo Lodigiano, a Badia Polasine, a Montagnana e ad Urbino, la Stazione madre, quella di Rieti, restò sempre la pupilla del suo occhio e la passione del suo cuore.
Poiehè la piana di Rieti, estesa circa 10.000 ettari, e per antica tradizione nota nome centro classico per la produzione di frumento da seme, era da lui considerata l'ambiente ideale per la-vori di genetica granaria, sopratutto per mettere a profitto, nella creazione di nuove razze da incrocio artificiale, gli speciali caratteri di resistenza alle ruggini posseduti dalla vecchia e rinocaz~.ts va-rietà locale, il "Rieti".
Di qui il riconoscimento della piana di Rieti, quale prima zona tipica per la produzione di grano da seme, disposto con il D.M. 31 agosto 193$, a pochi resi appena dalla e2anazione della Legge 2$ aprile, 1938-XVI n. 546, relativa alla istituzione del Registro Nazionale del varietà elette di frumento.
Si pub calcolare che dei 10.000 ettari della piana di Rieti almeno í 215, per altre 4000 ettari, siano dì norma investiti annual-mente a grami teneri precoci, con una produzione normale di 80.000 quintali di frumento Mentana, Littorio, Tiriamo Diritto. Roma, fieve Balbo, e su superfici minori Damiano, Bovaro e Baudi.
I frumenti tar-divi sono rappresentati invece dal Virgilio, Rieti e sire selezioni.
Ai sensi dalla anzidetta legge del 1938, il controllo sulle stesse coltivazioni della zana tipica viene fatto dall'Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura, il quale possiede a Rieti la vasta Azienda di S. Pastore, nella quale si producono annualmente circa 2000 quintali di grano in perfetta purezza Grano della fonte), che in massima parte serve di rimonta agli agricoltori di Rieti per le loro coltivazioni di f ramanti da seme.
I1 controllo dell'Istituto di genetica per la cerealicoltura é molto severo date le numerose varietà coltivate e la proprietà terriera che è assai frazionata. In particolare modo sono rigorosamente disciplinate l'epurazione in campo e la trebbiatura, in maniera da evitare possibili inquinazioni per l'uso di trebbiatrici che abbiano battute varietà diverse.
Il seme cosi ottenuto può essere pertanto accompagnato da certi-ficati dell'Istituto controllore e con piombi comprovanti la provenien-za dalla zona tipica.
Ma il lavoro vero e proprio della Stazione di Rieti è costituito dal grandioso banco di prova su cui si saggiano i valori delle diverse varietà di frumento.
Per averne una idea, basterà passare in breve rassegna quanto è stato fatta nell'anno agrario 1841-42. In tale campagna si sono infat-ti svolti. -
47 nuovi incroci ottenuti per fecondazione artifîciale;
18 colture di prima generazione derivanti dalla semina di gra-nella prodotta negli incroci del 1941 e che per ciascun ibrido sono, com'è noto, uniformi tra loro;
15 colture di seconda generazione provenienti dalle semine di granella di 1^ generazione. Poiché nelle seconde generazioni si appalesa la disgiunzione dei caratteri, si scelgono tra esse le forme per la ricerca. degli individui omozigotici;
100 colture di fissazione mediante la semina dalle cariossidi di una sola spiga delle forme prescelte nelle seconde generazioni;
167 culture di allevamento su aiuole di mq. 5 l'una, di cui 30 a Rieti e 137 a Rama, dei tipi scelti nelle colture di fissazione che si ritiene siano amozigotici;
4178 prove colturali su aiuole di mq. 25 1' una in doppia serie diffuse nei campi della stazione di Rieti e dellatazione di Polesine e intese a compiere ricerche sui vari tipi fissi, onde rendersi conto delle prerogative colturali ed in principal modo della loro produttività, in relazione ai vari ambienti ecologici.
45 moltiplicazioni iniziali dei tipi che nelle prove colturali, di molti. anni henna dimostrato di avere le caratteristiche che si.
ricercano, onde produrne il seme per le successive maltipliazioni di massa.
94 grandi maltiplícaaíoni svolte in collaborazione con le Stazioni fitotecniche dipendenti, sopra una superficie complessiva di
390 ettari, per assicurare il mantenimento in perfetta purezza dei diversi tipi già in possesso della granicoltura nazionale e per met-tere a disposizione di questa il seme della fonte.
32 prove di trapianto volte in principal modo ad ottenere ma-teriale da laboratorio e da museo;
702 prove su aiuole di mq. 25 l'una, impiantate in vari ambien-ti, per stabilire i valori delle 37 varietà di frumento onde hanno ri-. chiesto 1' iscrizione nel Registro delle varietà elette, il quale, come è noto, annovera già 50 varietà iscritte, di cui 32 create dallo stes-sa Strampelli.
Un complesso adunque di studi , di ricerche, di attività tale da conservare alla grande Stazione reatina la tradizione lasciatale dal suo fondatore, e che sulle stesse direttive da lui tracciate con-tinuerà a dare frutti copiosi anche in avvenire.
L'opera appassionata dell'attuale dirigente Dr. Bernardino Giovannelli ne dà pieno affidamento.
L' Italia ha sempre più bisogno di frumento per i suoi figli numerosi e dalla buona semente attende ancora nuovi cospicui Incre-menti produttivi.
E’ perciò che dalle varietà elette dobbiamo esigere non solo cratteri botanici costanti e accertati pregi. colturali e tecnologici ma una più elevata produttività, :dimostrata col conseguimento di. rese unitarie costituenti sicuro fattore di incremento della produzione granaria nazionale.


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