| La
            legge 2066/1939 completò l’organizzazione archivistica azionale
            prevedendo una sezione di Archivio di Stato in ogni provincia, ma il
            sopravvenire della guerra e le urgenze della ricostruzione
            ritardarono nella
            gran parte dei casi l’applicazione della norma. A Rieti la
            sezione, che a
            seguito della legge archivistica 1409/1963 attualmente in vigore
            assunse la
            denominazione di Archivio di Stato, fu costituita nel giugno del
            1953.
            Nell’Istituto archivistico reatino confluirono immediatamente l’archivio
            notarile distrettuale di Rieti, con protocolli risalenti alla metà
            del Trecento,
            la documentazione prodotta fino al XVIII sec. dal Governatore
            pontificio di
            Rieti, l’archivio ottocentesco della Delegazione apostolica ed
            infine il
            ricchissimo archivio storico del Comune di Rieti, con documentazione
            trecentesca ed un fondo di 336 pergamene a partire dal 1226.
            Attualmente, l’Archivio di Stato di Rieti custodisce un patrimonio 
            documentario di quasi 6.000 ml. Ai nuclei documentari acquisiti nei 
            primissimi anni molti altri se ne sono aggiunti. Alcuni sono stati
            restituiti
            dall’Archivio di Stato di Roma ove erano stati versati prima del
            1953, ma la
            maggior parte sono pervenuti dopo il 1983, quando il trasferimento
            dell’Istituto nell’attuale sede assicurò una certa
            disponibilità di spazi ed attrezzature. Gli uffici giudiziari e gli
            organi periferici dello Stato, di rango
            provinciale soltanto da quando fu istituita, nel 1927, la provincia
            di Rieti,
            hanno cominciato a versare regolarmente le carte relative, come
            prevede la
            legge, ad affari esauriti da oltre un quarantennio. Si sono così
            ricevuti i
            consistenti fondi archivistici della Prefettura, della Questura,
            degli Uffici
            distrettuali delle imposte dirette, del Tribunale di Rieti e delle
            molte Preture
            funzionanti in ambito provinciale, molto spesso inconsapevoli
            depositarie di
            documentazione prodotta dagli organi giudiziari preunitari.
            Parallelamente, la funzione dell’Archivio di Stato quale Istituto
            "generale"di conservazione è stata esaltata dai depositi
            di archivi di enti pubblici, ed in
            primo luogo di quello dell’Amministrazione provinciale, e dalla
            acquisizione
            di una numerosa serie di archivi e collezioni documentarie di
            famiglie e di
            persone, tra cui è sufficiente qui segnalare l’archivio
            Potenziani, di rilevante
            interesse per la storia economica ed agraria del reatino negli
            ultimi due
            secoli, e l’archivio Vincentini, ricco di documenti a partire
            dalla fine del XVI
            sec.L’intensa acquisizione di fondi degli ultimi anni ha
            ricostituito una trama di
            fonti documentarie che ha in gran parte riparato ad antiche
            dispersioni. Rimane invece nella storia la profonda diversità di
            vicende istituzionali,
            politiche ed amministrative dei territori che attualmente
            costituiscono la
            provincia di Rieti. Fondata nel 1927, essa unificava Rieti e la
            Sabina, già
            appartenenti allo Stato pontificio e variamente gravitanti tra Lazio
            ed
            Umbria, dal 1860 aggregati come circondario di Rieti prima alla
            provincia di
            Perugia e poi, dal 1923, a quella di Roma, ed il circondario di
            Cittaducale
            che proveniva dal Regno delle Due Sicilie e nello Stato unitario
            aveva fatto
            parte della provincia abruzzese dell’Aquila. Ne consegue che a
            voler risalire
            nella ricerca storica al di là degli ultimi decenni l’unitarietà
            dell’attuale provincia necessariamente si spezza e l’individuazione
            delle fonti
            documentarie complementari a quelle conservate in loco non può non
            ripercorrere le diverse vie delle vicende istituzionali ora
            accennate,
            rivolgendosi agli Archivi di Stato di Roma, Perugia, L’Aquila e
            Napoli.
            Ma lo stato di ordinamento degli archivi recentemente acquisiti ha
            indicato
            anche il compito principale che attende l’Archivio di Stato di
            Rieti nei
            prossimi anni. Omogenei in molti casi soltanto perché provenienti e
            versati dal medesimo ufficio, ma in effetti composti da
            documentazione prodotta da
            soggetti, organi ed istituzioni diverse, tali archivi sono in gran
            parte
            caratterizzati da quel fenomeno tante volte sottolineato della
            vischiosità
            archivistica, ossia di quella tendenza degli archivi a sedimentarsi
            in modo
            unitario, anche al di là di cambiamenti e trasformazioni
            istituzionali,
            collegando nel medesimo fondo le carte prodotte da soggetti diversi
            succedutisi nel tempo.
            Ma si è pure evidenziata una sorta di reciproca sussidiarietà
            nella funzione
            archivistica tra istituzioni, statali e non. Nell’ambito del
            medesimo territorio
            la prassi piuttosto diffusa di custodire archivi diversi in locali
            comuni, eventi
            straordinari che sconvolgevano l’ordinario andamento
            amministrativo, la
            trasformazione, soppressione o trasferimento di organi ed uffici,
            determinavano infatti molto spesso la concentrazione di differenti
            nuclei
            documentari negli unici depositi archivistici disponibili. Con la
            naturale
            conseguenza che archivi diversi si sono confusi tra loro e i diversi
            nuclei
            documentari, perduta la memoria di quella originaria confluenza,
            hanno
            seguito la vita archivistica di quello principale o più facilmente
            individuabile.
            E’ capitato molto spesso per gli archivi comunali, notarili e
            giurisdizionali e
            non è infrequente il caso di archivi comunali che conservano ancora
            atti
            notarili e giurisdizionali, così come non è infrequente il caso di
            versament
            all’Archivio di Stato di fondi notarili e giurisdizionali
            frammisti tra loro e
            comprendenti spezzoni di documentazione comunale.
            Il lavoro archivistico dei prossimi anni, che non si presenta né
            facile né
            breve, dovrà sciogliere questi nodi ed approntare strumenti di
            ricerca
            finalmente adeguati, favorendo studi e ricostruzioni storiche che
            possano
            utilizzare al meglio la ricchissima documentazione che l’Archivio
            di Stato di
            RietI
            conserva.
             
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