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LA SABINA PREUNITARIA

La Sabina, a partire dalla confluenza dell’Aniene con il Tevere, si svolge come elegante vaso, tra l’Umbria e il Lazio, e poi fra gli Appennini, spingendosi fino a Norcia ed Accumoli,……” (Guattani)
La terra di Sabina fu sempre individuata nelle antiche carte come un’entità territoriale indefinita e fluttuante, una “regione introvabile”: dopo la fase romana, e la nascita dello Stato della Chiesa fu per un periodo governata  direttamente dal pontefice e in seguito affidata al potere delle famiglie nobiliari che per secoli dominarono il suo territorio.
Fin dagli inizi dell’età moderna tuttavia, per Sabina si intende il territorio ad occidente e a sud dei Monti Sabini e della Piana reatina, fino alla sponda sinistra del Tevere, identificabile storicamente con la diocesi di Magliano, poi di Poggio Mirteto e con le comunità e le terre soggette all’Abbazia di Farfa.
Successivamente acquisisce una prima identità territoriale ed ottiene la denominazione di Provincia solo nel 1605, con sede dei rettori a Collevecchio.
Nel breve periodo della Repubblica Romana, instaurata dai francesi nel 1798-99, Rieti e la Sabina entrano a far parte del Dipartimento del Clitunno, con capoluogo Spoleto.
Nel 1809, le truppe francesi dell’impero napoleonico tornano nuovamente istituendo i due Dipartimenti del Tevere (con Rieti e la Sabina),  e del Trasimeno. 

La restaurazione del potere papale si attua con il
Motu proprio 6 luglio 1816 di papa Pio VII, il quale organizza l’intero Stato Pontificio in delegazioni apostoliche. La Sabina diviene Delegazione di terza classe, con i due distretti di Rieti, capoluogo di delegazione, e di Poggio Mirteto.
Questa organizzazione dello Stato Pontificio rimase in atto fino al 1850, quando,
con l’Editto di Papa Pio IX , sul Governo delle province e sull’amministrazione provinciale, la delegazione di Rieti viene soppressa e inglobata, insieme a quelle di  Spoleto e Perugia, nella Legazione dell’Umbria; un assetto politico-territoriale che permarrà fino all’Unità d’Italia.

 A cura del gruppo di lavoro coordinato da Rita Filippi

 

 

CARTA GEOGRAFICA E DESCRIZIONE DELLA DIOCESI DI SABINA

Angelo Sani - 1759

Incisione in rame, scala di miglia romane 10, mm. 890x570

L’architetto Angelo Sani delineò questa carta nel 1757 per incarico del card. Portocarrero, vescovo di Sabina.
La Sabina è identificata con la diocesi di Magliano anche se il confine settentrionale riporta innovazioni apportate da Clemente XI.
Verso Roma La Sabina arriva fino a Mentana, mentre verso sud la provincia termina con l’Aniene.

 

NUOVA CARTA GEOGRAFICA DEL CIRCONDARIO SABINO

Vincenzo Angelucci - Prima metà del XIX sec.

Inch. Acq., scala di miglia romane 10, mm. 805x522

La carta può essere datata tra il 1809 e il 1814, periodo in cui Rieti fece parte del dipartimento del Tevere (Impero napoleonico) e il cui maire era Ippolito Vincentini a cui Vincenzo Angelucci presentò la carta per l’approvazione. Sono bene evidenziati i confini con il Regno di Napoli, l’idrografia e le località.

 

CARTA DELLA DELEGAZIONE APOSTOLICA DI RIETI

Attilio Zuccagni Orlandini - 1844

Litogr., mm. 337x518

Con Motuproprio 6 luglio 1816 papa Pio VII organizzò lo Stato Pontificio in delegazioni apostoliche.

Sono in evidenza il confine con la Provincia di Abruzzo Ulteriore II (Regno delle due Sicilie) in blu, con il Circondario di Terni (in rosa), la delegazione di Viterbo ((in giallo) e con la Comarca di Roma (in verde).

 

PIANTA DEI CONFINI TRA RIETI E CASTELFRANCO
[1721]
inch
mm.425x290
Rieti, Archivio di Stato, Raccolt apiante e Disegni